Le prime Guardie del Corpo in Italia: i “Corazzieri”

Written by on Maggio 20, 2019

Dove e quando possiamo incontrare i primi Bodyguard in Italia?

Il primo corpo di addetti alla sicurezza della residenza e degli esponenti della Casa Savoia risalgono al XIV secolo, ma fu soltanto sotto il ducato di Emanuele Filiberto Testa di Ferro (1553-1580) che si costituì una “Guardia d’Onore del Principe”, un folto numero di uomini  famosi per la battaglia di San Quintino, il 10 agosto 1557, una tradizione questa che è giunta fino ai nostri giorni, pur cambiando forme istituzionali, da Vittorio Amedeo II a Vittorio Emanuele I.

Ma è solo sotto la lunga sovranità di Vittorio Amedeo II (1675-1730), che le varie componenti dei servizi di sicurezza furono riunite in un’unica struttura, le “Guardie del Corpo“, suddivisa in quattro Compagnie una Compagnia Guardie della Porta e una Compagnia di Svizzeri. Da allora e per circa un secolo, pochi furono i mutamenti nelle uniformi e nella composizione del reparto, impegnato nel normale compito istituzionale e nelle frequenti campagne di guerra, dove ebbe modo di distinguersi. Dopo le campagne condotte da Napoleone intorno al 1800, la maggior parte del corpo passò alle dipendenze del governo francese, formando lo Squadrone Carabinieri Piemontesi è da quìche  nascono i Carabinieri.Vittorio Emanuele I, esule per più di un decennio, poté riprendere possesso dei suoi territori soltanto il 20 maggio 1814, ristabilendo gli antichi istituti: anche le Guardie del Corpo furono ripristinate, nel medesimo organico settecentesco. La prima guerra d’indipendenza vide, per l’ultima volta, la presenza delle Guardie del Corpo, affiancate nella protezione del sovrano dai Carabinieri, protagonisti a Pastrengo, il 30 aprile 1848, della valorosa carica che scrisse la prima eroica pagina corale della storia della Benemerita. La soppressione formale di ciò che rimaneva delle antiche Guardie del Corpo risale al 1867, ma già da vent’anni una sola compagnia superstite continuava a svolgere attività di sicurezza, limitata, però, al Palazzo Reale di Torino. Compiti e prerogative vennero assorbiti dai Carabinieri, divenuti Arma il 24 gennaio 1861.

Il 7 febbraio 1868, il Principe ereditario Umberto sposava Margherita di Savoia, figlia del Duca di Genova. Per l’occasione, 80 carabinieri a cavallo tra i più prestanti furono prelevati dalle Legioni di Firenze, Milano e Bologna per formare uno squadrone di rappresentanza e di scorta d’onore. Indossavano la stessa uniforme delle nozze del 1842, ma questa volta il reparto non venne sciolto: ad esso furono affidati compiti di sorveglianza degli appartamenti reali e di protezione dei sovrani. Nascono, così, i moderni Corazzieri, con un organico che prevedeva, in origine, un capitano comandante, 4 ufficiali, 9 sottufficiali (presto elevati a 12) e 69 carabinieri (poi 88). Numerose furono, nei primi anni di vita, le denominazioni del Reparto: “Guardie d’Onore di Sua Maestà”, “Carabinieri Reali Guardie del Corpo di Sua Maestà”, “Drappello Guardie di Sua Maestà” e, fino al 1946, “Squadrone Carabinieri del Re”. Ma si andava già consolidando nella gente il più familiare appellativo di “Corazzieri”, il termine che, al termine di un lungo cammino, oggi designa il Reggimento al servizio del Presidente della Repubblica. I Corazzieri continuarono a svolgere il loro servizio durante gli eventi bellici, seguendo il Re nelle zone di operazioni e distinguendosi individualmente: il brigadiere Mocellin e il carabiniere guardia Urbinati, piloti d’aeroplano, furono decorati di medaglie d’argento al valor militare per le loro imprese. Molti corazzieri aderirono alla resistenza dopo l’8 settembre 1943. Il Mausoleo Ardeatino custodisce le spoglie del carabiniere guardia Calcedonio Giordano, medaglia d’oro al valor militare, arrestato a Roma nel 1944, torturato e ucciso alle Fosse Ardeatine. Il 13 giugno 1946, nel cortile d’onore del Quirinale, Umberto II sciolse i Corazzieri dal giuramento alla Monarchia: le Guardie del Re furono trasformate nel “3° Squadrone Carabinieri a Cavallo” e dismisero la loro tradizionale uniforme, fino a quando il Presidente Luigi Einaudi (1948-1955) ripristinò lo “Squadrone Carabinieri Guardie” e le divise del 1876. Il reparto divenne, nel 1965, “Comando Carabinieri Guardie del Presidente della Repubblica” e, nel 1990, “Reggimento Carabinieri Guardie della Repubblica”.
Il 24 dicembre 1992 il vecchio appellativo divenne ufficiale, restituendo ai maestosi custodi del Capo dello Stato il nome di “Reggimento Corazzieri”.
( Tratto dal sito del Quirinale )

Aggiungerei che l’arruolamento dei Corazzieri non è diretto. Tutti i componenti del Reggimento sono carabinieri che, oltre al possesso del requisito fisico della statura (1,90cm  min.) devono provenire da reparti dell’Arma dopo un periodo minimo di almeno sei mesi di servizio effettivo svolto con ottimo rendimento.
L’aspirante viene promosso corazziere solo dopo il superamento di un tirocinio formativo nella Scuola di Guardie del Corpo (CLICCA QUI)interna, che si conclude con il conseguimento delle specializzazioni che caratterizzano il suo particolare servizio a cavallo, in motocicletta e come addetto alla sicurezza del Capo dello Stato.Per mantenere ad un livello il più elevato possibile l’insieme di questi requisiti e per consentire di assolvere con l’indispensabile prestigio i loro compiti istituzionali, sempre oltremodo impegnativi non soltanto sotto il profilo formale, ma anche di sforzo fisico spesso prolungato, i Corazzieri vengono sottoposti ad un intenso addestramento in ogni settore, dalle esercitazioni tipicamente militari, allo studio delle discipline professionali, all’educazione fisica.

Un saluto
Carmelo Scicolone